Finalista Baghetta 2013: Vito Intini – Poesie a nero, Radio Ed. 2011

Corpo a corpo

Il Corpo non esiste
Però esistono i corpi
Meglio così.

Ognuno ha la sua
casa, ci si incontra
ci si scambia qualcosa.

Un po’ di sudore
paroline dolci o salaci
umori secreti saluti.

Mi piacciono i corpi
perché pesano
s’offrono, si dannano.

E si aprono come i fiori
all’Aurora, come rugiade
stillanti aromi.

Mi piacciono i corpi
Perché soffrono, si danno
si squadernano

dolenti affamati d’altri
corpi. Pelle che s’inebria
di altra pelle: oh come

ti vorrei dolcissima e
tremenda come un’onda
che cerca la sabbia

come un’acqua che s’alza
verso il cielo.

Finalista Baghetta 2013: Marco Bini, Conoscenza del vento – Ladolfi 2011

Ancora ci sorprende il planare a mezzaluna di una foglia,
appena staccato, ancora un po’ storditi dalla luce piena
di settembre, e il suo posarsi come una schiena inarcata
e dolorante, sull’asfalto frequentato di questo centro direzionale.
Crederesti più plausibile la caduta dei calcinacci in un posto come questo
o lo sfogliarsi del tuo viso alla mattina, maneggiando una lametta.
E invece, restiamo lì impalati, a bocca spalancata,
al centro del nostro mondo, come trapassati da un equatore,
e vorremmo quasi tenerci per la mano, osservando quella foglia
che, in fondo, ognuno le si è già per un istante paragonato.

Finalista Baghetta 2013: Claudio Damiani – Il fico sulla fortezza, Fazi 2012

Vorrei dirti quello che ho visto
non l’oro che ho trovato
vorrei dirti la luce che m’ha investito
m’ha tenuto per tanto tempo
e anche quando ho trovato l’oro
non è andata via, ma è rimasta,
vorrei dirti di una luce
che non va mai via,
che quando la trovi cresce sempre di più
come l’acqua che il bambino ha trovato
scavando nella sabbia vicino a riva,
lui la leva ma quella ritorna,
così vorrei che succedesse a te
che tu trovassi questa luce e ti illuminasse
di felicità e non ti lasciasse mai
per tutto il tempo della tua vita.

Finalista Baghetta 2013: Viola Amarelli – Le nudecrude cose e altre faccende, L’arcolaio 2011

La luce di gennaio che ora è febbraio filtra le foglie
dei sempreverdi
i tronchi con i rami pazienti di vento
questa immane stanchezza di
nuvole in corsa, riepilogo di temporali,
spossa il midollo e la pelle a toccarla si secca
restano, eroi, i cani randagi e le code di uccelli

ci vorrebbe un riposo incessante
un letargo che plachi la crosta e protegga le ossa,
il latte che è inacidito l’hanno
buttato nel pozzo, gli sciocchi.

Finalista Baghetta 2013: Vincenzo Ostuni – Faldone zero-venti, Ponte Sisto 2012

(«Angelo in antibiosi, che custodisci me fagicamente, che tiranneggi in osmosi monodirezionale; angelo che fra noi non c’è lo spazio, ma saldatura ovale, a strettura di clessidra orizzontale;

ruota, bagatto;

angelo che pensi d’esser me a due anni o a quattro – angelo matto, invece, torre,

angelo ortogonale, che varî il passo automaticamente a inceppo precisissimo del mio; angelo di un dio infantile, precocesenescente,

che tieni vivo me che in te mi verso; angelo paradosso, che in tanto vali in quanto non sei niente;
angelo ridente fino a sopra il cielo tremendo,

smisurato demente»).