Dida Bar

Dida Bar, via Cardinale Federico 7
MM1-3 Duomo; tram 2, 3, 14

 

Mercoledì 4 giugno

ore 19.00
Scontro poetico tra due avanguardie
: reading con Guido Oldani, Giuseppe Langella,  Elena Salibra, Marco Pellegrini, Lorena Carboni, Andrea Vigentini, Valentina Vittori, Stefano Fornaro, Francesca Nacci, Gilberto Colla – teatro La Torre dei Sogni (Empoli),  Marco Falaguasta – Teatro Testaccio (Roma), Roberto Carusi.

ore 21.00
Concorso esterno in suicidio volontario.
Un uomo e una donna si incontrano in chat rispondendo ad un annuncio in cui si cercano persone disponibili a condividere un sogno: farla finita. Due sconosciuti alle prese con una realtà tanto reale e drammatica quanto surreale e comica. Sogni, speranze, ambizioni che sembrano sfumare per poi riaffiorare in un grottesco inno alla vita. Due rappresentazioni teatrali, una comica e una drammatica con Cosimo Maruccia e Mariagabriella Coscarella.

Giovedì 5 giugno

ore 21.00
“Nessuno ripara la rotta”.
  La Vita Felice, Paolo Agrati. Ironica, polemica, anticonvenzionale. Una lettura che si interroga sui percorsi della distanza. Uno spettacolo di parole e musica. Poesie tratte dal libro “Nessuno ripara la rotta” di Paolo Agrati accompagnate dalle musiche originali del pianoforte di Silvano Spleen. Le arti di Paolo Agrati e Silvano Spleen si fondono in una simbiosi tra poesia e musica dando vita ad uno spettacolo incentrato sul gesto, la parola. Ironici, irriverenti ma anche romantici, i testi di Paolo Agrati sfidano i luoghi comuni, li dileggiano, mettendo a nudo le piccole, grandi debolezze del quotidiano. Con Paolo Agrati e Silvano Spleen al pianoforte.

 

Venerdì 6 giugno

ore 19.00
Quelli che fan l’arte… fuori dalle porte.
Le parole, le poesie, i racconti della scrittrice Giusy Caligari, accompagnati dalla chitarra di Tabaccobruciato in un evento che vedrà anche l’esordio da cantautrice della scrittrice e poetessa milanese. Tutto nel modo più informale possibile di “quelli che fan l’arte… fuori dalle porte”. Con Giusy Caligari e Giorgio Angelo Cazzola.

ore 21.30
Sylvia  Plath  & Ted Hughes. Anche tra fiamme violente si può piantare il loto d’oro.
Performance scenica sul percorso poetico, intrecciato alla vicenda umana, di Sylvia Plath (1932- 1963), la scrittrice americana morta suicida a soli trent’anni, riconosciuta oggi come una delle più importanti e potenti voci poetiche del novecento, la prima ad aver ricevuto il premio Pulitzer post mortem. Il progetto evoca, stagliandosi come le tessere di un mosaico, tutto l’iter che lega le tappe salienti della scrittura e del vissuto della Pltah: l’amore dirompente per la poesia; la tenace volontà di diventare scrittrice; l’incontro con il poeta Ted Hughes che segnerà in modo indelebile la sua vita; il difficile rapporto con la madre; la mancanza della figura paterna; la psicoanalisi, la morte. La poetica di Sylvia Plath, interpretata da Paola Ferrari, si svela in un suggestivo alternarsi e rincorrersi di situazioni, rievocate da Ted Hughes, interpretato da Raffaele Rinaldi. A cura di Istriomania.

 

Sabato 7 giugno

ore 19.00
Vivere la filosofia.
Il pensiero filosofico ha il dovere di tornare alla sua funzione originaria di ricerca di senso legato all’esistenza. Un bisogno sempre più diffuso nella società moderna nella quale l’individuo si rispecchia in modelli di comportamento standard e perde la sua unicità e la capacità di decidere autonomamente. Laura Campanello e Moreno Montanari, entrambi autori di Tracce, la nuova collana di filosofia di Mursia, propongono un incontro in cui spiegano come e perché la filosofia deve tornare a essere pratica, e scendere verso la realtà, la quotidianità, e la concreta ed effettiva esistenza. Riflessioni tratte da “Vivere la Filosofia” e “Sono vivo ed è solo l’inizio” di Moreno Montanari e Laura Campanello – ed. Mursia.

ore 21.00
Sulla strada per Leobschuz.
Performance recitativa interpretata dalla compagnia Maskere su testi poetici di Daniela Santoro tratti da “Sulla strada per Leobschuz” (La Vita Felice). Anche la poesia fa i conti con la storia, con il buio della storia, e qui  li fa con l’eclisse dell’umano nei lager del XX secolo, con la rievocazione delle cacce all’uomo, delle “marce della morte” che dell’olocausto pure compongono il quadro di insieme. L’inizio e il suo tragico epilogo.

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