Tra pochi giorni, a Milano, prenderà il via una manifestazione che non trova pari nel panorama culturale italiano.
Per diversi motivi, non facili da spiegare, visto che in verità una spiegazione non c’è, e forse non è nemmeno necessaria, dato che la migliore spiegazione di qualcosa che nasce è la sua nascita stessa.
Ci sono ragioni, direbbe Pascal, che la ragione non conosce. O finge di disconoscere. Soprattutto in tempi in cui il superfluo si traveste da esigenza, e il quotidiano sembra annaspare in ciò che una poetessa latinoamericana definisce “quel compito eroico di costruirsi ogni giorno un nuovo paio d’ali”.
Si chiama Primo Festival della Letteratura a Milano, comincia il 6 giugno e per cinque giorni riempirà la città di incontri, dibattiti, parole, suoni, voci, corpi che danzano a un ritmo diverso da quello con cui ogni giorno assediamo le strade, o siamo da loro assediati.
Ottanta eventi di altissimo livello; l’insieme dei sussulti, le aspirazioni, le grida di dolore e di piacere, i sussurri, i gemiti, i graffi e le carezze di una città che sembra portare in grembo ogni mondo possibile, e anche il seme di quelli che verranno.
Lo ha reso fattibile il tenace lavoro di un gruppo di volontari, convinti che la cultura non appartenga a nessuno, che – per usare le parole del poeta Juan Gelman – la poesia deve essere fatta da tutti e non da uno/ che è come dire che la terra è di tutti e non di uno solo/ che il sole non è di uno/ che l’amore è di tutti e di nessuno/come l’aria/ e la morte è di tutti/ e la vita non ha
padrone conosciuto.
A questi volontari se ne sono aggiunti altri, lentamente. Faticosamente. Riuscire a fare passare il messaggio si è rivelato il lavoro più sfiancante. Ma alla fine qualcosa si è risvegliato, là in fondo ai dubbi, alle tante certezze conficcate a forza tra quei dubbi, quelle che ripetono instancabili che nulla si può fare se non ci sono i soldi, o la volontà politica, o l’appoggio di
qualche gruppo industriale, finanziario, religioso. Quelli che appaiono in calce a ogni programma o locandina come fautori di ogni cosa, sotto la dicitura: Con il contributo di…
Anche nelle nostre carte ci sarà questa voce, soltanto che al posto dei punti di sospensione sarà scritto … delle centinaia di volontari che hanno prestato la propria opera e il proprio talento gratuitamente affinché fosse possibile la realizzazione di questo Festival.
Ecco, questo ha di diverso il Primo Festival della Letteratura a Milano. Che alla collettività non costa nulla, perché nessuno viene pagato (né rimborsato) per quello che fa. Perché hanno (abbiamo) capito che la cultura è di tutti e di nessuno, e che abbiamo l’obbligo, oltre che il diritto, di batterci per lei.
L’amore ai tempi della crisi, come direbbe qualcuno.
Milton Fernández
è così interessante! mi sembra una cosa grandiosa
Il sito è poco chiaro, si legge poco e male, si vede che in fondo c’era la ricerca dell’eleganza, però il risultato è una fruibilità difficoltosa. Solo chi vuole veramente trovare informazioni avrà la pazienza di cercarle. Grazie comunque per l’idea e la realizzazione. Milano ne aveva proprio bisogno.
Così com’è, Il sito è poco chiaro, si legge poco e male, si vede che in fondo c’era la ricerca dell’eleganza, però il risultato è una fruibilità difficoltosa. Solo chi vuole veramente trovare informazioni avrà la pazienza di cercarle. Grazie comunque per l’idea e la realizzazione. Milano ne aveva proprio bisogno.
Quest’anno non riesco ad essere dei vostri, ma parlo di voi sui giornali per cui scrivo, teniamoci in contatto per l’anno prossimo.
bellissima iniziativa, spero che continui a ripetersi negli anni futuri
meravigliosa e innovativa proposta culturale, soprattutto aperta a tutti, non solamente agli addetti ai lavori.
Domanda: posso avere notizie dettagliate dei prossimi eventi in calendario per i prossimi sabato e domenica? Grazie.
Serafina
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