24 febbraio: Idea Vilariño

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IdeaVillarinoFestival della Letteratura di Milano e Rayuela Edizioni sono lieti di invitarvi alla presentazione (in musica) della prima antologia in italiano – con testo a fronte – di una delle più grandi poetesse latinoamericane di tutti i tempi, l’uruguaiana
Idea Vilariño

Mercoledì 24 febbraio ore 18.00
Instituto Cervantes, via Dante 12, Milano


Partecipano:
Dante Liano – Scrittore, Professore di Letteratura Ispanoamericana – Università Cattolica di Milano
Milton Fernàndez – Traduttore e curatore del volume
Angel Galzerano – Cantautore (chitarra e voce)

“La poesia di Idea Vilariño è unica nella lingua spagnola per il suo tremore austero. E ancora molto di più. (…) La sua poesia ci lascia entrare, ma non uscire. Non ci sono né trucchi né miraggi, ci sono specchi. Crea la memoria di domani e fonda un destino della lingua. Non informa, trova e riesce a far sì che l’Altro partecipi all’incontro. Addentrarsi in lei è come toccare piuttosto che udire o vedere “la materia strappata”. Più che comunicazione c’è comunione. L’altro scopre in lei uno spazio ignorato di se stesso, ormai battezzato per sempre con le parole di Idea, che lo hanno disvelato. Risveglia ciò che dormiva in ciascuno di noi, apre spazi che ignoravamo di poter avere e di conseguenza non sapevamo di avere. Li inonda spinta da una fame feroce e inspiegabile in perpetuo movimento. Cioè, ha fiducia nei vialoni possibili di infinito. (…)” Dalla prefezione di Juan Gelman

Idea Vilariño nasce a Montevideo il 18 agosto 1920. È stata così chiamata per volontà del padre, Leandro Vilariño – poeta e convinto anarchico – che volle dare ai suoi cinque figli dei nomi affini al suo ideale libertario: Alma, Idea, Poema, Azul e Numen.
Idea è stata poeta, saggista, traduttrice, insegnante e perfino compositrice di canzoni. Ha fatto parte di quel gruppo di autori straordinari chiamato Generazione del ’45, assieme a Mario Benedetti e Juan Carlos Onetti. La sua opera, di singolare sensibilità, ha come assi tematici l’amore, la solitudine e la morte. Il nucleo centrale della sua poesia poggia sulla lucida certezza dell’insensatezza della vita, della presenza della morte dall’istante stesso in cui si comincia a vivere.
Nel 1945 pubblica la sua prima raccolta poetica, La Suplicante, il cui essenziale lirismo, carente di ogni retorica, darà un contributo fondamentale al superamento dell’eredità modernista nella poesia latinoamericana.
In poesia ha, inoltre, pubblicato: Cielo, cielo (1947), Paraíso perdido (1949), Por aire sucio (1950), Nocturnos (1955), Poemas de amor (1958), Pobre mundo (1966) e No (1980).
Considerata una delle voci più alte e più genuine della sua generazione, per più di trent’anni rifiutò i premi ufficiali che le venivano conferiti, considerando non valide le giurie che li assegnavano.
La sua opera è stata tradotta in diverse lingue. L’Amore è la prima sua antologia pubblicata in Italia.

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