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La Poesia, nei giorni della paura

Le parole dicono il mondo e dicono anche l’uomo, ciò che l’uomo vede e sente, ciò che esiste, ciò che è esistito, l’antichità del tempo, il passato e il futuro dell’antichità e dell’attimo, la volontà, l’involontario, il timore e il desiderio di ciò che non esiste, di ciò che sta per esistere.
La poesia è contagiosa”, concludeva Paul Eluard.

Mai come ora, nei tempi bui della disperanza, quel contagio dovrebbe essere universale.

Questo è un invito a tutti i poeti a scrivere sui giorni che stiamo vivendo. Ciascuno a modo suo. In attesa del momento in cui tutto comincerà a diventare storia – la nostra storia – e i nostri scritti, la memoria vivente di una emozione condivisa.

Per 40 giorni pubblicheremo le poesie che ci manderete sulla nostra pagina facebook. Poi, quando le finestre saranno di nuovo spalancate e il rumorio della primavera tornerà a farci innamorare della vita ci troveremo, tutti quanti, a raccontare dove eravamo nei giorni della paura.