Pus

veli amaranto
all’imbrunire
nei pressi della parrocchiale
chiesa poco amena
ma gonfia di ricordi
mi avvicino a lei con fare timido
fisico elegante
il suo tenue immacolato pallore
si confondeva all’ombra di un salice sbilenco
lei fissa i miei occhi marrone
mi sento come un cappuccino
tutta schiuma però
accenno un paio di vocali
in quel mentre passa un prete
ha l’aria di uno che vuole scopare
vede che sto schiumando
mi gira al largo
prendo coraggio
prima la tocco lievemente
lei si offre
e come non poteva!
mi prende la mano
la farfalla
mi offre il suo nettare
dietro al campanile
in piedi

Paolo Corallo, Pus, Remondini 2013.

Confidenze confidenziali

Piangere

[non esiste la certezza del tuo piangere
come non esiste un libro nella mia libreria
con le pagine ancora incollate,
golose di occhi]…

Le parole – noccioline da sgranocchiare,

[meglio se coperte di cioccolato]

si incastrano fra i denti, tagliano la lingua,
senza ferire

[è questione d’abitudine].

Natalia Bondarenko – Confidenze confidenziali – 2013 Rayuela Edizioni

La confusione è precisa in amore

La tenerezza non si occupa di eroi

E presto brucia l’aureola dei santi.

Si apre un sorriso nel centro della mano

nel palmo bianco che impasta la farina

e ragionevole si muove alla carezza.

Sfiorando il cuore si sciolgono al contatto

scorie e detriti d’inverni cittadini.

Vittorio Lingiardi, La confusione è precisa in amore, Gransasso Nottetempo, 2012

L’acqua alta

In dieci colpi d’ala era in cima al Carmelo
ed era bellissimo
- la grazie del piccione che si alza
d’incanto e sale sino al Padre
allo Spirito Santo.
Ma lì guardava quello spazio vuoto
senza più senso
quell’onda di colline lontanissime -,
sembrava così triste
così triste
come nessuno ho visto
tranne Cristo.

Roberto Amato, L’acqua alta, 2011 Elliot

Il fico sulla fortezza

A me piace questa tua bellezza che se ne frega,
che ti sdrai tutta nel sole
con coperte allegre, i capelli d’oro splendenti,
con le tue gambe lunghe e i tuoi piedi nudi e grandi,
questa bellezza che non si vergogna spaparanzata sul letto
che suona le sue trombe e le sue fanfare
e vuole che io la ricopi, e io la ricopio, vedi,
e non è civetta, e se ne frega di tutti quelli che ancora dicono:
nel nostro tempo niente più bellezza.

Claudio Damiani, Il fico sulla fortezza, 2012 Fazi