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Senegal – Una terra inventata dai poeti

per il ciclo “La città plurale”
martedì 26 marzo, ore 19
presso Cam Valvassori Peroni, Via Valvassori Peroni 56, Milano

 

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FIPM 10/12 maggio 2019

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Perù – Lo sguardo nitido di una cultura millenaria

per il ciclo “La città plurale”
martedì 26 febbraio, ore 18
presso Mudec, Via Tortona 56, Milano

 

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Poesia (urgente) per Giulio Regeni

23 febbraio alle ore 17.00
Cascina Linterno, via Fratelli Zoia 194, Milano

Un’altra occasione per ricordare, indignarsi, emozionarsi, commuoversi con le poesie scritte per Giulio Regeni.

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Poesia (urgente) per Giulio Regeni

sabato 2 febbraio alle ore 17.00
a Villa Marazzi, Cesano Boscone

Un sabato pomeriggio dedicato al ricordo di Giulio Regeni attraverso la poesia

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Poesía política de Pablo Neruda

Lunedì 28 gennaio ore 18

Instituto Cervantes Milano
Via Dante 12

invita all’incontro

Poesía política de Pablo Neruda

En Neruda, la solidaridad humana, la preocupación social y la ideología se amalgaman en apretada y constante síntesis durante toda su vivencia existencial y trayectoria literaria.
De esta coexistencia nos hablará el catedrático Gabriele Morelli en el club de poesía moderado y declamado por el actor y dramaturgo Milton Fernández.

In Neruda, la solidarietà umana, la preoccupazione sociale e l’ideologia s’amalgamano in stretta e costante sintesi durante tutta la sua vivenza esistenziale e la sua traiettoria letteraria.
Di questa coesistenza ci parlerà il cattedratico Gabrielle Morelli al Club di Poesia condotto da Milton Fernández.

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I popoli del vento – Sinti-Rom. La storia attraverso i nostri occhi

per il ciclo “La città plurale”
martedì 29 gennaio, ore 19
presso Cascina Casottello, Via Fabio Massimo 19, Milano

 

Presentazione del libro

A RIVEDERCI IN CIELO
La storia di Angela Reinhardt di Michail Krausnick

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SE QUESTA È UNA DONNA…

Mercoledì 30 gennaio 2019

Il Festival della Letteratura di Milano e il Festival Internazionale di Poesia di Milano
presentano

In una città qualsiasi, in un giorno prefissato della settimana, tre donne s’incontrano. È lo stesso da tanti anni a questa parte. Quanti? Nessuna di loro se lo ricorda.
E il viaggio ricomincia, come la settimana precedente, e quell’altra ancora… Un viaggio che non avrà mai fine, finché ci saranno loro a testimoniarlo, a continuare a viverlo, a portarlo scritto sulla pelle.Se questa è una donna… è la testimonianza di tre donne che hanno vissuto in carne propria un’aberrazione chiamata campi di sterminio, la sensazione a bruciapelo del pudore violato, la volontà di annichilimento non soltanto del loro corpo ma della loro condizione di generatrici di vita.
Voci che da quell’inferno sono riuscite a tornare indietro, che continuano a farsi sentire, nonostante tutto e tutti, perché sanno che in quella memoria, tenuta dolorosamente in serbo, s’annida la possibilità delle generazioni future di scampare alla barbarie, sempre in agguato.

“Mi sono chiesta spesso cosa ci tenesse in vita? Eppure la vita era lì, tenace come non mai. Imparammo man mano a comporre dei recinti, dove tenerla al caldo.
Credo che noi donne siamo più portate per questo. Ci costruivamo una quotidianità che faceva a meno di quella finita per sempre.”

Un testo tragicamente poetico, che scuote nel profondo, una recitazione che trascina e commuove cullata da un sottofondo musicale perfetto.
Chi pensava di aver assistito a tutte le interpretazioni della Shoah si ricrederà. Il punto di vista delle donne è, anche in questo caso, (drammaticamente) unico e speciale.

 

Con Elisabetta Cesone, Renata Bertolas e Lorella De Luca.
Musiche di Angel Galzerano.
Ideazione, testo e regia di Milton Fernández.

“E’ incredibile come la privazione aguzza i sensi. Mentre alcuni si anestetizzano, altri diventano sensibilissimi. Ricordo che ero diventata capace di cogliere la minima espressione di un gesto. Uno qualsiasi. In quell’atmosfera rallentata il più piccolo spostamento di un elemento nello spazio restava come disegnato in aria prima di scomparire del tutto. La parabola semicircolare di un braccio prima che il pugno si schiantasse contro la tua faccia. Il volo radente di uno stivale che sarebbe da lì a poco entrato nella tua carne. Il tuo corpo che crollava con un tonfo secco, in mezzo alla neve…
Ricordo quel dito…
è ancora lì…
il dito di un uomo dal quale non rammento la faccia. Tutta la mia attenzione era posta lì, il punto finale di un’estremità a prima vista per niente minacciosa, eppure quel dito era lo spartiacque tra la vita e la morte.
Era un ufficiale alto e magro, questo me lo ricordo. Non la sua faccia. Vedo quella divisa, il portamento altero, quel dito con il quale ti guardava e indicava: destra o sinistra. Eravamo in centinaia, forse migliaia, non ho mai guardato indietro, non so chi c’era alle mie spalle… tutti a dipendere da quel dito.
E da due direzioni di marcia.
Tic toc , tic toc…”

30 gennaio 2019
Centro Asteria – Piazza Carrara, 17
Ore 20.00
Entrata: Euro 10,00